La consulenza di pedagogia giuridica si sofferma sui conflitti genitoriali, scaturiti da separazioni più o meno critiche, dove i genitori sono seguiti dal TM o dal TO e hanno necessità di un confronto e di elaborare strategie alternative per il benessere del minore. Il consulente di pedagogia giuridica, se nominato, può anche esercitare come consulente tecnico di parte (CTP). La componente pedagogica occupa uno posto notevole in tutti i contesti lavorativi in cui si opera per la costruzione di percorsi a supporto della persona. Questa rilevanza non può che spiccare nei settori in cui l’azione assume una indispensabile prerogativa giuridica, sia in ambito civile che penale.
Coniugi in conflitto per l’educazione dei figli, genitori separati e divorziati, minori in affido o in adozione, abusati e vittime della violenza dei coetanei e degli adulti, violenza sulle donne, vittime e artefici di stalking, maltrattamento su anziani e disabili, autori di reato e di comportamenti devianti sono solo alcune delle casistiche di un ampio ed articolato universo che necessita giustizia, legalità ed interventi concreti e competenti volti alla strutturazione di nuovi progetti di vita e di benessere.
Il consulente di pedagogia giuridica è una figura capace di progettare e realizzare, mediante strumenti e tecniche adeguate, azioni efficaci ed efficienti nelle circostanze in cui minori e adulti vivono situazioni di disagio esistenziale, devianza e marginalità, ma anche sulla prevenzione al disagio in contesti scolastici e, più in generale, di aggregazione sociale. Il consulente ha lo scopo di instaurare reti di aiuto dove non ci sia una dimensione specialistica che domina sulle altre, ma un impegno d’équipe in cui il dialogo tra i saperi coesiste in ottica interdisciplinare per la ricerca di equilibri di crescita nel ciclo di vita della persona.

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